Racconti

L’ULTIMO “TI VOGLIO BENE”

Era il 12 giugno 2008 quando ad Elaisa venne data la notizia più terribile di tutte, quella che non avrebbe mai voluto sentire, quella a cui non aveva mai pensato, sarebbe scappata via pur di non sentirla. Lei era molto legata a sua nonna, sua nonna, da qualche giorno...

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L’UOMO DI VETRO

(Il posto giusto) E’ disteso. Braccia aperte. La faccia è una medusa. Grigia, sfatta al sole già caldo che sbircia da un soffio nuvoloso. Quella sua camicia lilla, aperta fino all’ombelico. Il ventre è una sorta di bisaccia perlacea dove tra i fili bianchicci dei peli si annida un...

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QUINDICI ANNI

Aveva quindici anni quella ragazzina dall’aria trasognata, che sembrava non sapere chi fosse, e perché le piacesse tanto correre anche quando soffiava quel vento che le arruffava i lunghi capelli neri e le mozzava il respiro. Lei chiudeva gli occhi, dopo avere contemplato a lungo il mare grigio dalle...

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MASINO E IL CANE

Cliccare sulle pagine per ingrandirle. di Antonino Frattagli (Trapani) __ “MASINO E IL CANE” si e’ classificato al primo posto della Sezione D dei racconti a tema libero in italiano dell’Edizione 2011 del Premio.

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SPRAZZI DI NEBBIA

Cliccare sulle pagine per ingrandirle. di Paolo Tortorici (Chioggia, VE) __ “SPRAZZI DI NEBBIA” si e’ classificato al secondo posto della Sezione D dei racconti a tema libero in italiano dell’Edizione 2011 del Premio.

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I MOSCHETTIERI DI DUMAS

Cliccare sulle pagine per ingrandirle. di Anna Burgio (Augusta, SR) __ “I MOSCHETTIERI DI DUMAS” si e’ classificato al terzo posto della Sezione D dei racconti a tema libero in italiano dell’Edizione 2011 del Premio.

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La roccia bianca

Stava tornando a Catania. Stando alle convenzioni astronomiche si era ormai in autunno, ma in Libia faceva ancóra molto caldo, e nell’abitacolo, pur se tutto aperto, si sudava. La rotta tra Libia e Sicilia era fissa: bisognava aggirare Malta, che era in mano agli inglesi e quindi si costeggiava...

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Acqua salata

Ho sempre abitato a distanza di sicurezza dal centro, del paese da bambino, della città appena più grande. E di passaggi, credetemi, ne ho chiesti davvero a tonnellate. Ma ce n’è uno, uno soltanto, che non dimenticherò mai. L’auto: una vecchia Fiesta della Ford, altrimenti detta “La merenda”. L’autista:...

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Il silenzio del ghiaccio [1941]

Sento l’aria glaciale che mi attraversa le narici e mi consuma lentamente le ossa. Provo nuovamente a muovere le dita del piede ma neanche questa volta risponde ai comandi. Sento le spalle scosse da forti tremiti di panico. Cerco di calmarmi riportando alla memoria immagini che leniscano il dolore...

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Il rosario dei seni

Viviana era stata uno dei miei amori più grandi, un affetto arrivato in mezzo alla vita migliore, quella dei trent’anni, dove il bene delicato del cuore veniva irrobustito, quando si scaldava, dagli slanci furibondi della passione. Un giorno m’aveva chiamato ancora. «Sei tu?… Sei proprio tu?… Come stai?». L’avevo...

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La bicicletta da corsa

Il V Ginnasio iniziò sotto i migliori auspici, avevo superato un periodo difficile della mia vita giovanile, ora bisognava mettere a frutto le esperienze accumulate ed impegnare tutte le energie migliori, sotto lo stimolo della maggiore maturità acquisita. Ero stato sempre un cultore convinto dello sport in genere, anche...

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Cardiddu

Minicu ‘u sturpiatu, soprannominato Cardiddu per l’abitudine di accompagnare quel suo incidere sbilenco col verso monotono e ripetitivo del cardellino, per la verità proprio storpio non era ma leggermente claudicante, ingrato retaggio della poliomielite contratta nell’infanzia. Il padre, Minicu, non l’aveva mai conosciuto e , povero bastardello, era cresciuto...

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Zu Fifiddu Quartara

Il suo nome di battesimo era Filippo e viveva in un piccolo paese della Sicilia. In quasi tutti i paesi siciliani, gli abitanti, per essere individuati facilmente, più che per il loro nome e cognome, vengono regolarmente riconosciuti con la “nciuria”, un sopranome che molti ereditano, addirittura dai loro...

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L’uomo e la conchiglia

Era tanto, tanto tempo che non si vedeva più un tramonto così. Se la memoria dell’uomo potesse regredire fino a portarsi al limite del ricordo, dovrebbe fermarsi a molti anni fa, e solo per trovarne uno parvente, illusione di specchio opaco. Ancora, la memoria dell’uomo stenterebbe a trovarne i...

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… Ma quell’attimo, quell’attimo

“E’ qui?” chiese con una luce di speranza negli occhi. Il dottore soffermò lo sguardo sulla donna che gli stava davanti, sorpreso. Chi cerca? domandò senza aprir bocca. Malgrado ciò, lei se ne stava muta, consunta dall’ansia. “Cerco il mio bambino” si decise a dire alfine, con un tremito...

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L’ultimo sorriso

Di soppiatto e senza nemmeno mettere in ordine i suoi canuti e scarmigliati capelli per l’ansia di non farsi, Agnese indossa uno stinto soprabito e, ciabattando, entra con passi attenti nell’ascensore. Scesa al pianoterra, raggiunge l’uscita secondaria sperando che nessuno possa vederla e fermarla. Sa che, a quell’ora dedicata...

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Dietro una porta chiusa

“AFFITASI APPARTAMENTO MOBILIATO per informazioni chiedere al custode.” Il cartello ha un colore diverso, ma il portiere è sempre lo stesso, forse con qualche filo bianco tra i capelli: > mi informa, senza staccare lo sguardo dal quotidiano sportivo che sta leggendo e pigiando in maniera autonoma il pulsante...

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Il dono celeste

Accade tutto in un attimo: andavo di fretta verso la fermata della metropolitana, pensando ancora all’ultima pratica di lavoro, quando vidi la grossa auto che si avvicinava veloce, poi frenava, sembrava che ce la facesse, mentre io rimanevo bloccato dalla paura, poi alla fine mi colpì. Ebbi appena il...

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PerBacco

L’ispettore Bacco era appena uscito da una riunione degli alcolisti anonimi un gruppo sanguigno trapiantatosi in età adulta in una macelleria perché almeno li avevano fegato da vendere quando la morte colse la già morta Albertina Allittero persona di spirito ed autrice di celeberrimi noir quali “Febbre gialla” e...

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Il cuore di un unicorno

Il cuore di Cicciobello smise di battere in un afoso pomeriggio di giugno alle 19,42. Lo chiamavano Cicciobello perché era ciccio, non perché era bello. E chiamarlo Cicciobrutto era sembrato eccessivo persino a loro. Era grasso, impacciato nei movimenti, lento. Un rinoceronte. Giocava solo perché la palla era la...

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La malìa del mare

>, disse il vecchio pescatore mentre i suoi occhi rinsecchiti dragavano il mare. > gli domandò il ragazzo. E il vecchio gli rispose: >. > si stupì il ragazzo. > Così parlava zì Blasi, il pescatore più vecchio e saggio del villaggio. Sperava di dissuadere Masi, suo nipote, dal...

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Il tagliatore di pietre

Non mi accorsi di quell’uomo fino a quando non riattraversai la strada, guardando istintivamente prima a sinistra e poi a destra com’ero abituato a fare nel traffico della città. Inutile precauzione del momento che la strada era deserta; non c’erano automobili né pedoni e nemmeno segnali della loro presenza...

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Il biliardino di latta

Sifilìtici, sifilògrafi, sifilòmani! Ma a chi poteva interessare più di tanto, un tempo, una scabbia, un’ impetigine, di fronte ai guasti del treponema? Ah i soggiorni nei sifilocòmi! Pochi rimedi, molte toccature: si tirava avanti sperando d’essere stati, ogni volta, sanati, come accadeva in uno dei quattro padiglioni d’angolo...

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