Il corallo di Sciacca

Dal sito www.vivisciacca.com

Vosi assummari pi pighiari ciatu,
cu ddu tisoru di lu nostru mari.
E a bordu chi l’avianu p’annigatu,
quann’è chi si lu vittiru affacciari
gridaru tutti:”Si misi a cavaddu!
Bertu Ammareddu truvau lu curaddu!

Ci fu na festa in tutta la marina,
e la notizia si spargiu luntana.
S’armau la nova varca curallina,
la Sciacchitana e la Napulitana;
Turri di Grecu fici la Regina,
chi si jinchiu la varca sana-sana;
ma la midagghia di la bedda Tina
ristau ‘n-funnu a la Sicca Sciacchitana.

VINCENZO LICATA

Termina così la poesia del poeta Vincenzo Licata dedicata all’antica leggenda della scoperta del corallo di Sciacca. Alberto Ammareddu, pescatore, amava Tina, una bella ragazza, che gli aveva donato una medaglia in segno di amore con la benedizione di sottrarlo da tutti i pericoli cui era sottoposto quando usciva in mare. Alberto teneva la medaglia sempre con sé e un giorno, facendo manovra, gli cadde in mare;  non ci pensò due volte a tuffarsi per recuperarla, ma non ci riuscì, trovò invece il corallo.

corallo_rossoE’ questa la leggenda che si tramanda da una generazione all’altra, ma che in realtà ha un fondamento di verità. Nel mese di marzo del 1875 tre pescatori saccensi, Alberto Maniscalco, detto Ammareddu, Alberto Occhidilampa e Giuseppe Muschidda si trovavano a pescare a circa 8,5 miglia da Capo San Marco, quando rimasero impigliati con le reti; scandagliando il fondale per verificare la causa per cui si erano impigliati si imbatterono in uno scoglio ricoperto interamente di corallo. Furono trovati diversi banchi di corallo: il primo era di circa 6000mq, con profondità da 70 a 125 metri, e da esso si ottennero più di 1000 tonnellate di corallo; il secondo banco fu trovato nell’agosto 1878 a poco più di 3 miglia dal primo con una grandezza maggiore del precedente (circa 9000mq) ed in breve tempo furono estratti da esso più di 1160 tonnellate di corallo; nel 1880 fu scoperto un terzo banco, con una profondità da 150 a 190 metri, che per la sua estensione di 10370mq fu chiamato “isolone” e da cui, in un paio di anni, furono estratti 7120 tonnellate di corallo.

La pesca del corallo fu fatta da barche di Sciacca, di Trapani e di Torre del Greco e distribuì ricchezza a molte famiglie, basti pensare che per l'”isolone” furono impiegate 970 barche e quasi 10000 persone che estrassero una grande quantità di corallo valutato complessivamente circa 30 milioni di lire, una somma enorme per quegli anni di fine 800. Il corallo di Sciacca ha una fondamentale caratteristica che lo rende unico, prezioso e riconoscibilisimo: il colore, che varia dal rosa salmone sino all’arancio.

Adesso è da tanto tempo che è cessata l’attività di pesca del corallo, ma ancora oggi non è raro trovarne frammenti sulle spiagge di Sciacca.

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