Tu che da lassù miri le nostre notti

Di voci, o luna,
ho pieno il cuore.
Una duna di sassi
nasconde lo scorcio di mare
dove il sole accorcia l’afrore
della sua via verso il tramonto.
Di passi, o luna,
ho piene le strade.
Le contrade in cui pugnai
sono libere dai sogni,
i vecchi mugnai macinano
il passato che più non tornerà.
Di versi, o luna,
ho pieno il mio diario.
Le parole dell’abbecedario
più non bastano a contenere
i fiumi dispersi della memoria,
acqua delle luci di perdute città.
Di storie, o luna,
ho piena la vita.
Canta con me, stasera è finita
l’attesa dell’anima gemella,
una stella caduta nel mare
avvera il disio, a lei più non penso.

E’ il dieci di agosto, la notte di san Lorenzo.

di Roberto Gennaro
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La poesia “Tu che da lassù miri le nostre notti” si è classificata tra le finaliste della sezione delle poesie a tema libero in italiano del Premio Nazionale di Letteratura e Poesia “Vincenzo Licata – Città di Sciacca”, Edizione 2009.

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