Altre persone

“La tua presenza è più forte della mia … quelli sono parassiti, se ti fai mordere ti mangiano, a presto amore, ricordi sei tu che devi ricordare? Sembra che siamo già nati, a presto.”

Con un po’ di calma si spiega anche il giorno di oggi, malsano e immaturo, per sempre, scherzi o non eri in te, fuori di te per la stanza che volavi, tra un po’ il caffè, e i ricordi pieni in questa estate libera dal lavoro e dagli impegni, ricordi di chi è veramente, il sale della vita. Subito si spiega era la realtà, una necessità, non l’obbligatorietà, una realtà o cose simili, la legge che non è un pezzo di carta ma la natura, intervallo, il tempo che è passato che è incarnato, e guarda ancora oggi quanta indecisione traballata, e insicurezza, e menzogna, senza motivo e religione… si gonfia lui, ma è vuoto come un oggetto vuoto! Eri sola con tutti, eri solitario un oggetto che parlava per non offendere, era già estate quando te ne sei andata. Hai qualche problema, o sei tu e la tua vita. Vietato, oggi è vietato dimmi cosa! Vivere liberi per vivere ammogliati, sono problemi percettivi i tuoi di non potere superare il tuo prof o il tuo sindaco, o caro assessore, tanti anni di sofferenza e non c’è nemmeno un giornale su quei fatti che sbalorditivamente non hanno un pulpito pubblico, che disturba gli occhi e la pancia. Ti rinnegherai oggi nel pomeriggio dice, mi viene da ridere, mi sa che vuole azzerare il quanto della nostra provincia che allontanandoti un po’ con la lente d’ingrandimento ti accorgi che è collegata al resto del mondo, la gradevolezza, la tua dolcezza, quello che hai veramente perché non ridi, dissero anche degli amici in passato, con la faccia e davanti a quello strampalato, che ora è in cucina, ma poco importa, si saranno pure distratti i colleghi ma si pagano devi pensare, hai mai preso in considerazione al telefono perché si vive un troppo in basso, non ha un citofono permanete lui o un altro non ha un altro strumento di quelli che conosci tu di bene, sai, ragazzo, in modo permanente, più sotto ci sono i vermi! Non era vero è un’architettura di questioni che ti realizzano le strutture dentro e fuori di casa e questo vive in un posto sbagliato come la legge è solo quella è il mangiare che ingerirai è proprio di quel sapore perché è lui, è quindi è vero che abbiamo già preso una strada ognuno per gli affari nostri. A volte è un particolare che ti dissocia dal resto delle persone, piccole cose che ci sono nel nostro governo non registrate hai capito, che nemmeno se vai in un posto pubblico a parlarne ti sanno dire niente che però ci sono “tu lo sai” e tu lo “sai” quanto male ti hanno fatto?! Quanta luce porta il giorno di oggi alla luce del passato, chissà cosa voleva quel delinquente devi dirgli quando passa, abusi e strutti, cose sue e dettagli mancanti, non hanno capito i partecipi, i participi, saranno già andati via, senza benzina? Mah! La goccia dell’esistenza di una vita, era il motivo perché c’era davvero qualcosa tra te e me ma oggi le cose vanno veloci e si fanno dopo cara più tardi si resta in attesa fino a quando ritorna il Sole. Tra il dolore e la realtà che viene anche falsificata, infondato il tuo amico, falso di tutto e puzzolente come hai visto prima così hai cercato con la testa dirmi sai le persone ancora lavorano il bene e ci sono le persone che s’impegnano con le loro conoscenze anche per forza per farti vedere lo schifo che ti sei fidanzato prima e dopo pasto ridi e perché? Fai delle parentesi rotonde che cala la notte cupa senza luce del duemila e undici, il deriso che parola orrenda perché aprire, i pesci è diventato vietato tra due mesi! Bisogna parlare esprimere a volume sostenuto quello che gira per la testa la tua! è la giustificazione vocale e scritta che segna è solca la tua espressione del viso se non parlate apertamente e pubblicamente non rimane molto… del lato oscuro che poi stasera meravigliosamente si presenta nelle sue forme con mille parole, non capite mille linguaggi per dire la stessa cosa che non si vuole fare capire.

“Te lo avevo detto” ecco guarda si avvicinano, ciò nonostante sono tuoi vicini da venti anni, è un affare di economia alla fine e non voleva saperne nessuno, sembra ma oggi è, dico è, un altro giorno guarda cosa fanno tutti, dunque non è giusto quello che dici. Ora sei tu che sei libera, ora bisogna dare delle profondità alle economie delle cose e delle persone, chi sono, quanti sono, dove andranno più tardi chi paga, attenta a chi paga, così va la vita, un crostino oggi, un panino domani, un bacio.

In principio era la notte, perché ridi la seconda delle cose, poi silenzi e macerie, niente, solo il buio della notte, che sta arrivando senza il quoziente giusto per la patria e la tua presenza garantita al limone, sei falsi o sei vero sembri di gomma un caro di persone dal sesso femminile si alza, cosa hai nell’occhio di seguito quanti chili di merda hai addosso e quello che mestiere fa, ora dividetevi e andate a dormire. Chissà cosa succederà il mese di settembre dai su, con la vita, un po’ di “colore”, a questo bianco infinito, continua il vento a ingrossare la faccia, perché secondo te quello che si è presentato con il suo prodotto artistico al pubblico aveva la soluzione? La soluzione è libera, pubblica e accecante come i soldi, dunque onnisciente, acqua da bere. Hai altre soluzioni, sì la pace, la calma e la sosta.

L’amplificazione vocale, le costruzioni strette dove nascondersi con la ragazza che già da dieci minuti almeno resta assieme a te, dove si trova il fantasma nascosto tra le parole, i vestiti o altre faccende del mese scorso, ha un teso arco per uccidere il “…” non è niente, è la struttura della città, dove ti trovi da costruire stasera come sempre ecco, ecco come sempre digli al suggeritore di turno che si presentava tre ore fa, sei zombi, cresci economicamente! Tutti uguali gli esseri umani fino alla cintura e oltre, è una struttura la giornata, sembra ma non si può fuggire con il pensiero oltre gli orari e le fermate, sempre, in sempre fino alla fine delle costruzioni per fisarmonica presente. Perché accoltellati alla pancia in fondo, in fondo è sera chi se ne importa, il lavoro comincia lunedì, liberiamoci un po’ la mente di tutte quelle palificazioni istruttive per vedere con più colore le persone, dalle guance rosee o pallide assieme alle belle magliette e camice, con le auto e gli altri oggetti potrebbero avere un altro senso, libero, libertà pagata. Tempo non discorde al lavoro, benvenuto nella tua regione del mondo, vede cosa vive nel giorno presente che belle mura possiede la tua casa! Sono altre persone a volte drasticamente il bene, sono altri inserimenti nelle vicinanze e non, le persone che incontrerai alla fermata del pullman. Le persone che incontri camminando per la strada le realtà matematiche che realizzano il prodotto che doveva essere già tuo che vola verso tu dove eri prima. Non correre che non ci arriva nessuno dove arrivi oggi tu, non c’è speranza, dove la mente non dorme, non c’è sorta di uscita dalla forza che costruisce per quel punto di necessità che imperante si muove è per causa più grande della maggiore devi operare, è minuscolo il punto che conduce, un calcolo, un oggetto reale presente come gli altri. Un altro non presente nel catalogo ma stranamente, cioè se lo cerci c’è, ladri e assassini, deve essere pubblicato, è una questione di areazione ed economia, se tutti sanno on, se tutti pagano off, se tutti hanno un governo di comandamenti e di distruzioni di pazzia, ya. Non ti rassegni immaginare cosa può un giornale, un telegiornale con un articolo o una trasmissione vera su una realtà che i singoli hanno senza spiegazioni, dice le persone hanno tutte tu sei uno, così… buon pomeriggio! Il bene sei tu, tu che lavori, il giorno cade quando la sua luce si spegne, torniamo, guarda, dalle vacanze è ricominciamo, senti, quello che è già finito, quanto di fuori resti senza di me? Un bacio, ciao.

Gerardo D’Orrico

Luzzi (Cs)

Il racconto “Altre persone” ha partecipato all’ Edizione 2013 del Premio Letterario “Vincenzo Licata – Città di Sciacca”, nella sezione “Racconti a tema libero in italiano”.

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